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L’origine degli spettacoli

Il combattimento di coppie di gladiatori è indicato in latino dal termine munus che significa impegno, dovere. Tertulliano nel suo trattato sugli spettacoli si sofferma descrivendone l’origine: “Con questo spettacolo, infatti, gli antichi ritenevano di assolvere un obbligo nei confronti dei defunti. Una volta, dal momento che si credeva che le anime dei morti potessero essere propiziate col sangue umano, nel corso dei funerali venivano immolati prigionieri di guerra o schiavi di bassa lega acquistati per l’occasione. In seguito si volle dissimulare l’empietà con il piacere e quindi, una volta stabilito il giorno delle esequie, venivano sacrificati presso le tombe quelli che erano stati preparati addestrandoli quel tanto che bastava perché apprendessero a uccidersi” (De spectaculis, 12.1-4).

Mosaico pavimentale con scena di venationes, IV sec. d.C. (Roma, Galleria Borghese)

Se sulla nascita della gladiatura dal sacrificio umano per placare i Mani, cioè gli spiriti dei defunti, si è ormai certi, a lungo si è discusso invece sulle origini geografiche di questo fenomeno. Molti e diversi sono gli elementi che inducono a ritenere che la gladiatura sia nata in Campania; in passato, tuttavia, l’ipotesi di un’origine etrusca aveva avuto non pochi seguaci.

Il collegamento con la Campania è in primo luogo testimoniato dalle diverse pitture con rappresentazioni di corse con i carri, pugilato e combattimenti tra gladiatori, databili agli inizi del IV sec. a.C., raffigurate sulle superfici interne delle tombe a camera di Paestum e Agropoli. Inoltre, una delle più antiche armature gladiatorie è quella del samnes, il sannita, che prende il nome dalla popolazione di lingua osca che invase la Campania nel V sec. a.C.

Ave Caesar! Morituri te salutant, J.L. Gérôme, 1859

Nel contesto di Roma, dal semplice agone funerario assume connotazioni propagandistiche, in genere per ostentare la propria ricchezza oppure per finalità politiche. Il più antico spettacolo gladiatorio a Roma si svolse nel 264 a.C. nel Foro Boario per i funerali di Giunio Bruto Pera. Accanto ai combattimenti gladiatori si sviluppa in età repubblicana un altro sanguinoso intrattenimento, che ha come protagonisti gli animali e che verrà successivamente abbinato al munus nella struttura della giornata di spettacoli: è la venatio, cioè una sorta di caccia “artificiale” che si svolge in un primo tempo nel circo e che si arricchirà nel tempo con la presenza di bestie sempre più rare e numerose, di animali ammaestrati e con l’esecuzione di damnati ad bestias, cioè di criminali o prigionieri di guerra condannati a essere uccisi dalle belve nell’arena. Le venationes si tenevano al mattino, mentre i ludi gladiatori occupavano solitamente le ore pomeridiane.

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