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La nascita dell’anfiteatro

L’anfiteatro viene creato in funzione di intrattenimenti tipicamente romani: i munera e le venationes, cioè combattimenti gladiatori e cacce, che non hanno precedenti nella cultura greca o ellenistica. Pianta e alzato sono concepiti per consentire lo svolgimento e la fruizione ottimale, da parte di un pubblico numerosissimo, di spettacoli che necessitano di un ampio spazio e che sono basati in prevalenza sul movimento e quindi sulla percezione visiva.

Disegno ricostruttivo dell’anfiteatro di Scribonio Curione, da Parco dell’Anfiteatro romano e Antiquarium “Alda Levi”

Secondo Plinio il Vecchio l’anfiteatro sarebbe nato nel 53 o nel 52 a.C. a Roma: per onorare la memoria del padre defunto, Scribonio Curione, fa costruire due teatri in legno orientati in direzioni opposte e tangenti tra loro, montati su perni ruotanti; per tutta la mattinata essi rimasero separati e ospitarono rappresentazioni teatrali che non si disturbarono a vicenda. Il pomeriggio, per i combattimenti gladiatori, i due teatri girarono su se stessi fino ad allineare le loro fronti, in modo che i due emicicli formarono un anfiteatro (Naturalis Historia, 36.116-120). In realtà precedentemente a questo periodo era già stato realizzato uno tra i più antichi edifici stabili per spettacoli gladiatori: l’anfiteatro di Pompei. Esso venne offerto alla città dai duoviri quinquennales C. Quinctius Valgus e M. Porcius nel 70 o nel 65 a.C., ricordati dalle iscrizioni rinvenute in prossimità degli ingressi, in una zona a sud-est della città a ridosso delle mura urbane.

A partire dall’Età augustea, il crescente favore del pubblico per munera e venationes determina la diffusione di costruzioni sempre più evolute, con facciate a ordini diversi che ne esaltavano l’aspetto monumentale.

Dall’Età flavia, come segno dell’irresistibile influenza del Colosseo sull’architettura dell’Italia e delle Provincie, diviene intensissima la costruzione di anfiteatri nelle diverse zone dell’impero. Vengono edificati anfiteatri con combinazioni simili di ordini e arcate, che caratterizzano con le loro facciate monumentali il paesaggio urbano. Questi edifici, realizzati per lo più tra il I e il II sec. d.C., sono normalmente ubicati in aree periferiche delle città e collegati con il sistema viario, talora vicini ad altri edifici da spettacolo come i teatri. Non mancano, tuttavia, esempi più tardi come l’anfiteatro di El Djem (Thysdrus) in Tunisia datato al III sec. d.C., l’unico edificio del mondo romano interamente costruito in pietra con una facciata a tre ordini di arcate e attico.

Ripresa dell’anfiteatro flavio “Colosseo”, da Wikimedia Commons

Dal punto di vista strutturale gli anfiteatri sono stati suddivisi in due grandi gruppi: gli edifici a struttura piena e quelli a struttura cava. La soluzione più economica per la creazione di un anfiteatro è quella di sfruttare il banco di roccioso naturale ricavando in esso cavea e gradinate circostanti. Un esempio di questo tipo di edificio è rappresentato dal piccolo anfiteatro di Sutri, nel Lazio, datato tra il 40 e il 30 a.C., che è stato interamente ricavato in una collinetta di tufo vulcanico, così come quello di Leptis Magna, in Tripolitania, scavato completamente nel banco roccioso. Anche l’anfiteatro di Rudiae appartiene a questa tipologia: l’edificio, sorge infatti in corrispondenza di una dolina di natura carsica e sfrutta il piano di roccia come parte integrante del sistema di sostegno per le file di sedili in blocchi dell’ima e di una parte della summa cavea; quest’ultima ulteriormente sopraelevata con un aggere di terra e pietre.

Gli anfiteatri a struttura piena sono solitamente edificati su un terrapieno; un esempio particolarmente significativo di questo tipo di costruzione è rappresentato da quello di Pompei che presenta un aspetto massiccio. Il terrapieno su cui poggia la parte superiore della cavea, costituito dalla terra di riporto ottenuta dallo scavo dell’arena e delle prime gradinate, è trattenuto da un muro di contenimento rinforzato da una serie di arcate che neutralizzavano la spinta esercitata dalla grande massa di terra.

La struttura cava, invece, consente di costruire un anfiteatro in qualsiasi contesto geologico, anche in zone rocciose, dal momento che lo scavo si limita alle fondazioni e che non è necessaria la presenza di grandi quantitativi di terra di riporto. Un siffatto tipo di costruzione, tuttavia, richiede una notevole perizia tecnica a livello di progettazione e di esecuzione. Il più antico anfiteatro a struttura cava a noi noto è quello di Augusta Praetoria, l’odierna Aosta, datato intorno al 25 a.C.; a questa tipologia appartiene l’anfiteatro di Lupiae-Lecce realizzato in Età augustea e giulio-claudia con interventi successivi databili al corso del II sec. d.C.

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